La Mascareta di Venezia, oste e osteria, il connubio perfetto di Mauro Lorenzon
Chiunque arrivi a Venezia ripone in questa città unica e galleggiante aspettative immense: le passeggiate romantiche tra le calli o per i più tradizionalisti la gita in gondola lungo i canali, la laguna che si insinua in ogni angolo lambendo palazzi maestosi, chiese e cattedrali, i bacari dove ristorarsi per un breve spuntino, e la gente di tutto il mondo che si ammassa per fotografarsi su uno qualsiasi dei centinaia di ponti che collegano la città.
Si sa, i disagi sono infiniti: “Venezia è bella, ma non ci vivrei” quante volte l’avrete sentita. Sono infatti in molti i turisti impazienti, che non sopportano dettagli come il trasporto pubblico solo su battelli, i bagni a pagamento, o un semplice caffè che, se consumato ingenuamente nei dintorni di piazza San Marco, può toccare prezzi a doppia cifra.
Venezia, però, non è solo questo.
È la capitale dei cicchetti, dell’ombra de vin e degli osti sapienti.
Venezia è anche una città dove, con un po’ di pazienza e spirito di avventura si possono scovare luoghi unici come la Mascareta di Mauro Lorenzon.
Per molti di voi non avrà bisogno di presentazioni, ma per chi non lo conoscesse, l’oste della Calle Lunga Santa Maria Formosa è un must per chi è alla ricerca di una delle personalità più rappresentative delle antiche arti dell’ospitalità e della ristorazione.
Il locale ha un soffitto basso, tavoli fitti e un’aria calda che ti rinfranca dopo lunghe camminate in una freddissima Venezia di inizio Gennaio. L’oste è sempre di corsa, attivissimo, salta di tavolo in tavolo senza fermarsi mai.
Iniziamo la cena con l’assaggio, rigorosamente da Magnum di una Glera col fondo, vinificata con il metodo della rifermentazione in bottiglia. Quindi non stupitevi se il vino nel vostro calice risulterà opaco, è solo “colpa” dei lieviti che hanno permesso la seconda fermentazione in bottiglia. Un vino semplicemente schietto, come il suo nome del resto: “Pro = Fondo = Bianco = Sclera”.
Con la Glera, Zaia Sclera
Questo è il motto polemico e goliardico dell’oste.
Dopo una gustosa zuppa di pesce e ravioli ripieni all’orata, ci siamo lanciati su un Valpolicella Classico Superiore 2006 di Quintarelli. Il prezzo politico, che ancora non so quantificare, è stato fatto condividendo la bottiglia con l’oste. Il tutto è stato accompagnato da seppie mantecate al nero con polenta bianca.
C’è un’aria strana alla Mascareta, sembra di essere sospesi nel tempo. Paolo Conte risuona nella sala e rilassa l’atmosfera. Arriva il tiramisù, insieme a una bottiglia di Verduzzo dolce.
Dalla sala principale arrivano parole solo in dialetto veneto e proprio questo ci dà un’ultima conferma – anche se non ne avevamo bisogno – dell’autenticità di questo luogo. E i veneti, si sa, sono un po’ “malati” di alcol. È così che l’ingresso dell’Enoiteca (non è un refuso, si scrive proprio così!) diventa il reparto di GIN-ecologia, dove la gente del posto approda per sottoporsi alla cura a base di gin del “primario” Dr. Mauro Lorenzon.
Ecco, sono queste le trovate, gli slogan e le battute che rendono la Mascareta e il suo proprietario una vera e propria istituzione non solo per Venezia, ma per tutta Italia.
Enoteca La Mascareta
Calle Lunga Santa Maria Formosa, 5183, 30122 Venezia
041 523 0744
https://www.ostemaurolorenzon.com
Oste: Mauro Lorenzon
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